COME LAVORARE DA OPERATORE DI MASSAGGI CON PARTITA IVA NELLE STRUTTURE DI BENESSERE NEL 2016

Gli operatori di massaggi benessere si interessano a questa metodologia di lavoro per vari motivi:

-si risparmia perchè non si deve aprire uno studio privato

-si sfrutta in qualche modo la clientela già esistente di una struttura

-bastano 2-3 strutture per avere lavoro continuo

E noi personalmente la consideriamo un’ottima opzione per poter lavorare.

Ma come funziona a livello fiscale questa tipologia di attività con i massaggi di benessere? Quali sono le cose importanti che devi conoscere per non commettere errori che potrebbero costarti caro a livello fiscale/legale?

Innanzitutto il codice corretto è il 96.09.09. Dopodichè continuando possiamo sicuramente affermare che è necessario pattuire con la struttura un compenso o percentuale sul massaggio. Se la struttura ti fa pagare un affitto di una stanza, come accade spesso, allora la tipologia di attività tende a rientrare più sullo “studio” e quindi si, il codice ateco rimarrebbe sempre lo stesso, ma non si avrebbe la garanzia di poter lavorare sui clienti acquisiti e la burocrazia sarebbe più lunga, visto che si dovrebbe in qualche modo concordare anche su chi (struttura o operatore) ricadono determinate responsabilità a livello di sicurezza sul lavoro e requisiti igienico sanitari. E ci vorrebbe un contratto

Ma a parte questo, esiste un nodo che nessuno ha mai messo in luce se non noi di Massaggi & Lavoro e che riguarda prettamente l’aspetto fiscale.

Devi sapere che un giorno, un commercialista di Trento ha scritto al MISE (ministero sviluppo economico) per chiedere delucidazioni fiscali riguardo un suo cliente (massaggiatore shiatsu) che voleva aprire partita iva per lavorare presso uffici, fabbriche, e massaggiarne i dipendenti, sfruttando apposite aree messe a disposizione.

Il MISE espresse questo parere: anche se non è legge, loro consideravano questa attività che rispecchia le 3 caratteristiche dell’attività di impresa: economicità,organizzazione,professionalità. Il fatto di lavorare presso una o più imprese esistenti quindi, implica chiaramente per il MISE, il requisito per doversi iscrivere alla registro delle imprese.

Per il MISE quindi un’attività di questo tipo, richiede l’iscrizione alla camera di commercio.

Abbiamo studiato la situazione, e questo parere sembra applicabile anche se un operatore di massaggi con partita iva, vada a lavorare presso palestre, centri benessere etc, e percepisca un compenso per ogni massaggio. Lui contribuisce al reddito della struttura e la struttura contribuisce al reddito dell’operatore.

PROVA AD IMMAGINARE UN AGENTE DI COMMERCIO CHE LAVORA OVVIAMENTE A PERCENTUALE: è la stessa situazione e infatti l’agente di commercio anche se libero professionista, ha l’obbligo dell’iscrizione alla camera di commercio.

SICCOME LA PROFESSIONE DEL MASSAGGIATORE DI BENESSERE NON E’ REGOLAMENTATA, QUESTO RIMANE SOLO UN PARARE E NON UN OBBLIGO. 

Quindi in attesa di una più delineata legge o chiarimento dell’agenzia delle entrate, è possibile sicuramente lavorare da liberi professionisti senza iscrizione al registro delle imprese, e poi eventualmente correggere la situazione in corso d’opera se ci sia la necessità.

Però è bene sapere le differenze che corrono a livello di COSTI e CONTRIBUTI PREVIDENZIALI se si lavori da libero professionista o da ditta individuale. Esistono notevoli differenze e devi conoscerle per non farti trovare impreparato.

QUESTO ARGOMENTO, LO SPIEGHIAMO MOLTO DETTAGLIATAMENTE NEL NOSTRO CORSO UNICO IN ITALIA: COME APRIRE UN’ATTIVITA’ DI MASSAGGI BENESSERE NEL 2016-IL MASSAGGIATORE PROFESSIONISTA. 

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Una risposta

  1. 2 Febbraio 2016

    […] pagine e commentando i nostri articoli hanno uno di questi due problemi se non tutti e due insieme L’operatore olistico ha paura di fallire dopo tanto tempo speso a formarsi, e non gli si può certamente dar […]

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